Diventare imprenditore è una scelta bellissima e impegnativa: dall’inizio alla fine (si spera più in là possibile) sono tante le decisioni da prendere. E, per ogni scelta, c’è una conseguenza: se stai pensando di aprire un’impresa o se già l’hai costituita, ecco qualche consiglio per ridurre al minimo i rischi d’impresa e salvaguardare il tuo patrimonio.
Che cosa si intende per rischio d’impresa
Chiamato anche Risk Management, il rischio d’impresa è l’insieme di scelte imprenditoriali che concorrono a determinare risultati positivi o negativi. Quindi, in realtà è un concetto inseparabile dall’idea stessa di impresa e che si protrae per tutta la durata dell’attività. È impossibile agire da imprenditori senza assumersi dei rischi, ma è altresì vero che si possono limitare quelli che potrebbero portare a perdite e mancati profitti.
Il concetto di rischio d’impresa è emerso nel panorama degli studi economici a metà del Novecento, negli Stati Uniti, e si è imposto velocemente in tutto il mondo. Risulta infatti fondamentale per prevedere le eventuali minacce e reagire con la prontezza necessaria per fronteggiare ogni tipo di evento.
Trattandosi di una disciplina vera e propria, è anche regolata da un testo, la norma ISO 31000, che può essere messa in atto da qualsiasi tipo di azienda, pubblica e privata. Le linee guida in esso contenute puntano a individuare alcune fasi precise nella riduzione dei rischi d’impresa per proteggere il proprio patrimonio. Ecco quali sono:
- Identificazione delle minacce
- Valutazione delle conseguenze
- Determinazione di ogni rischio
- Scelta dei metodi per ridurre i rischi (strategie e strumenti)
- Individuazione delle priorità, con conseguente ottimizzazione degli investimenti
Identificazione delle minacce
La prima cosa da fare per attuare un piano di Risk Management consiste nell’identificare i rischi d’impresa. Può trattarsi di rischi reali o di rischi potenziali, tutti derivanti da fonti diverse tra di loro. Tra le principali minacce ci sono incertezza finanziaria, errori strategici, problemi legali, incidenti, violazioni alla sicurezza e catastrofi naturali.
Tali rischi vanno categorizzati tramite un processo interno all’azienda o da una società esterna. Si può procedere attraverso la valutazione di dati già presenti, tramite un sondaggio interno o esterno e infine tramite workshop. Soprattutto nel caso dei rischi correlati alla situazione finanziaria e fiscale, è sempre opportuno ascoltare anche l’opinione del proprio commercialista di fiducia.
Valutazione delle conseguenze
Una volta categorizzati i rischi d’impresa, vanno ovviamente valutate anche le possibili conseguenze, che devono essere considerate nel breve e lungo periodo e in correlazione ad altre eventuali reazioni negative. L’analisi del rischio è forse la fase più complessa del processo di Risk Management, perché prevede la valutazione di una gamma praticamente infinita di possibilità. Ad esempio, quale sarebbe la perdita di profitto per un eventuale furto di dati sensibili nel campo di un’azienda di e-commerce? Nulla deve essere tralasciato.
Determinazione di ogni rischio
Valutare ogni rischio significa mettere nero su bianco le azioni che ogni impresa dovrebbe mettere in atto al verificarsi di tale circostanza. A questa terza fase segue immediatamente quella seguente, che implica un piano d’attacco.
Scelta dei metodi per ridurre i rischi (strategie e strumenti)
La scelta del metodo più adatto per ridurre un rischio si sviluppa su due piani: ridurre le probabilità che tale evento si verifichi oppure contenere i danni. Restando all’esempio del furto di dati sensibili in un’azienda di e-commerce, per prevenire il rischio è consigliabile sviluppare un sito più sicuro e resistente alle minacce del web. Nel caso il furto sia già avvenuto, vanno considerati gli strumenti per individuare i colpevoli, passare alle vie legali ed eventualmente risarcire i clienti.
Persino nel caso in cui siano state messe in campo tutte le situazioni preventive immaginabili, il rischio che qualcosa accada resta sempre. Per questo servono anche le misure correttive: non tutto può essere previsto ed essere imprenditori significa anche accettare una certa dose di rischi sconosciuti, dopo aver accuratamente individuato quelli conosciuti.
Individuazione delle priorità, con conseguente ottimizzazione degli investimenti
Per ridurre al minimo i rischi occorre stabilire una scala di priorità, al fine di monitorare costantemente la situazione e la criticità e attuare una verifica periodica. In questo modo è possibile individuare le quote di investimento necessarie da allocare per ogni previsione. A tal proposito, sono tre le parti interessate in quest’ultima fase:
- L’imprenditore, il manager e gli eventuali collaboratori
- I dipendenti direttamente collegati (nel caso preso come esempio dell’azienda di e-commerce, un addetto IT)
- Una terza persona esterna all’azienda
Conclusioni
La concretezza e la capacità di reagire al cambiamento sono doti essenziali per chi ha deciso di intraprendere un percorso imprenditoriale. Una buona gestione non può prescindere da un percorso ad hoc per definire e ridurre i rischi, assegnando le varie priorità. Ciò significa anche imparare ad accettare il rischio, per proteggere l’impresa e il patrimonio in caso di bisogno. Per questo va definito un livello accettabile di rischi su determinate aree d’azione e un livello inaccettabile di rischio per altre: nel primo caso si valuteranno le azioni correttive, mentre nel secondo saranno quelle preventive.
Non conta il settore in cui si opera o la grandezza dell’azienda: il Risk Management deve sempre essere parte integrante della gestione, in modo continuativo e proattivo. L’aiuto di figure interne ed esterne, in particolare consulenti e commercialisti, è sempre cruciale per trovare la giusta via.