La rottura del femore è uno dei più frequenti traumi che il corpo umano può affrontare nel caso di anomale ed accidentali cadute. Molto spesso questa tipologia di frattura si presenza in età avanzata, in quanto il deterioramento osseo risulta essere più marcato e la fragilità dei tessuti favorisce lussazioni e fratture. Bisogna agire sulla frattura attraverso un intervento tempestivo che permetta il totale recupero dell’articolazione e della motilità.
Convalescenza e fisioterapia
La convalescenza prevede un periodo di lunga degenza in quanto si tratta di un segmento osseo piuttosto complesso. In seguito all’ operazione chirurgica, con installazione di protesi per garantire una migliore guarigione, bisogna seguire delle linee guida che possano permettere all’ infortunato di stabilizzarsi. Un ruolo fondamentale è svolto dalla fisioterapia, ovvero un procedimento mirato al continuo esercizio della zona interessata, la quale, se per troppo tempo ferma, potrebbe andare incontro ad ipotonia. Si consiglia infatti di praticare fisioterapia per circa un mese prima del riassestamento. Gli organismi più giovani riescono più prontamente a rispondere ad una guarigione in quanto i tessuti e le cellule sono facilmente sostituibili, dedite ad una celere rigenerazione.
Rottura del femore degli anziani
Il problema si pone maggiormente per individui in età avanzata. La rottura del femore è infatti una delle cause di allettamento di anziani, di un doloroso percorso che non sempre ha dei risvolti positivi. La rottura del segmento osseo più massiccio del corpo umano infatti è la goccia che fa traboccare un vaso colmo di altre patologie più o meno devastanti quali osteoporosi, e dunque presenza di ossa molto fragili, stanchezza cronica, dimenticanza, instabilità fisica. Le conseguenze di una rottura del femore possono dunque essere drastiche: piaghe da decubito, ipotonia muscolare, riduzione degli stimoli, mancanza di appetito, stato emotivo e psicologico tendente alla depressione. L’ infortunato si sente infatti impossibilitato a svolgere mansioni che nella quotidianità richiederebbero il minimo sforzo e può sentirsi un peso per chi deve passare il proprio tempo nell’accudirlo.
La soluzione ottimale potrebbe essere quella di garantire un supporto sanitario specifico per situazioni sempre più frequenti come è la rottura del femore, un supporto non solo mirato al recupero fisico di una parte del corpo, ma un recupero totale dello stato psicofisico del paziente, mirato alla consapevolezza di poter migliorare con la volontà una condizione patologica non duratura seppur spiacevole.
Il recupero psico-fisico del paziente
Un’ equipe composta da medici, fisioterapisti, operatori socio sanitari e psicologi sarebbe opportuna nel sostagno di infortunati e malati in genere accompagnata da una solidarietà familiare: la collaborazione di addetti specializzati nel recupero della salute e dello stato di benessere, della famiglia e del paziente in primis potrebbero sicuramente migliorare l’ ambiente quotidiano garantendo una convalescenza più immediata e benefica. Si potrebbe richiedere all’azienda ospedaliera di competenza una strumentazione atta a garantire le migliori condizioni igienico-sanitarie che il paziente in questione richiede e la massima assistenza, anche a domicilio se necessaria. Il cambiamento deve avvenire nella mente del paziente che deve comprendere la sua condizione di malattia per poterla affrontare con vigore e volontà. Il fattore psicologico che molto spesso viene trascurato gioca invece un ruolo decisivo nella riabilitazione fisica. Ricordiamo inoltre che non può esistere un corpo umano sano che non sia indissolubilmente legato ad una mente sana, in quanto sono uno l’ immagine speculare dell’altra e dunque fortemente correlate. La cooperazione umana è la migliore arma per sconfiggere la sofferenza, naturalmente accompagnata da una specifica conoscenza medico- scientifica che possa far in modo che il paziente trovi fiducia, conforto e comprensione nella figura professionale del medico, il quale assume un ruolo chiave nel percorso di guarigione. Una semplice frattura può determinare seri problemi che coinvolgono oltre che il paziente tutto l’ ambiente circostante. Bisogna quindi vedere in un intoppo, che in questo caso viene associata ad una frattura ossea, una sfida, che permetta al paziente di rialzarsi più consapevole e più forte di prima, che stare male fa parte della vita e che il dolore è una costante nella nostra esistenza. Il dolore protagonista della storia umana si manifesta indossando gli abiti di scena che più si addicono alla sua vittima, come l’abito della frattura al femore. Sta a noi saper reagire, prendendo in mano le redini della nostra vita e direzionandola verso un miglioramento fisico e mentale che ci permetta di entrare in scena e di divenire protagonisti indiscussi della nostra opera, che è la vita.