L’APP IMMUNI È VERAMENTE UTILE?
Per quanto la fase due sia già cominciata da tempo, con buoni risultati, il rischio a cui siamo esposti a causa del COVID-19 è ancora presente e non bisogna abbassare la guardia proprio adesso che il paese è in via di guarigione. La questione “vaccino” è ancora molto discussa, e per quanto siano uscite delle ipotetiche date in cui quest’ultimo sarà reso disponibile alla popolazione, non possiamo permetterci di stare ad aspettare senza cercare altre soluzioni. È sulla base di questo pensiero che è nata la nuova applicazione Immuni che ha come obbiettivo quello di limitare e monitorare al meglio le possibilità e i rischi di nuovi contagi; ma quest’applicazione funziona veramente? dipende da quanto siamo disposti a collaborare.
Immuni è un’applicazione che mette in contatto i vari smartphone attorno a noi, e che facendoli comunicare tra di loro, riesce ad avvisarci di avere avuto un possibile contatto con un contagiato di COVID-19.
La condizione necessaria per cui l’app Immuni funzioni e ci riesca a proteggere efficacemente, consiste semplicemente nella sua installazione; è necessario che una buona porzione di popolazione usi l’applicazione per trasformare Immuni nel nostro più forte alleato contro il COVID-19.
A CAUSA DELLA GEOLOCALIZZAZIONE DELL’APP IMMUNI, LA MIA PRIVACY È A RISCHIO?
Prima di spiegare meglio come funziona l’applicazione Immuni bisogna affrontare la questione più spinosa, e cioè quella della privacy. Sono state avanzate infatti delle preoccupazione che riterrebbero Immuni un applicazione che viola il nostro diritto di privacy a causa della geolocalizzazione sul nostro smartphone. Niente di più sbagliato, Immuni non usa la geolocalizzazione ma la tecnologia bluetooth per far comunicare i vari dispositivi; inoltre le accortezze usate per la protezione dei nostri dati sensibili sono molte e ben studiate.
SENZA GEOLOCALIZZAZIONE COME FUNZIONEREBBE L’APP IMMUNI?
La Ministra Pisano ha specificato chiaramente che l’applicazione non raccoglierà alcun dato di geolocalizzazione, bensì riuscirà a monitorare i contatti ravvicinati tramite il bluetooth senza usare i nostri dati sensibili. Ad ogni utente verrà assegnato un codice identificativo anonimo da cui non sarà possibile risalire ai nostri dati personali, tramite Immuni aggiorneremo il nostro stato di salute riguardo al COVID-19, specificando se siamo negativi, positivi o guariti. Sono queste le informazioni che verranno associate al nostro ID, cosicché se ci troveremo a pochi metri di distanza da un utente che abbia specificato nel suo ID di essere o essere stato contagiato, Immuni ci avviserà con una notifica e noi potremo prendere le dovute precauzioni.
Ma non solo, l’applicazione Immuni riuscirà anche a prevenire i contagi. Quando un utente segnalerà sull’app di essere positivo o magari essere stato positivo senza saperlo (ricordiamoci bene che molti dei contagiati potrebbero essere asintomatici e cioè aver contratto il virus senza dimostrare nessun sintomo) Immuni sarà capace di dialogare con i dispositivi con cui negli ultimi giorni sarà entrato in contatto, a distanza ravvicinata e per un certo periodo di tempo, cosicché le persone che rischiano di essere state contagiate avranno un immediato campanello d’allarme che permetterà loro sia di evitare altri contagi ma soprattutto di intervenire tempestivamente per curare loro stessi prima che il virus raggiunga uno stadio avanzato.
LA SPERANZA DELL’APP IMMUNI NELLA FASE 3
A nessuno piace non poter andare liberamente dove ci pare e piace, una delle libertà conquistate dopo tanti anni tra guerre e lotte politiche; l’APP Immuni è la soluzione per non perdere questa libertà; potendo muoversi liberamente senza preoccuparci dei contagi (dato che sarà la stessa applicazione a preoccuparsi per noi) riusciremmo a riguadagnare una gran fetta di libertà persa; in parlamento si è anche discusso di come un’innovazione come Immuni, sé resa usufruibile da più stati alla stessa maniera, potrebbe addirittura permetterci di riaprire sempre di più le frontiere (sempre in maniera graduale).